
Ognuno di noi ormai passa più della metà della giornata nell’ambiente di lavoro. Per questo motivo è importante lavorare in un ambiente sano e privo di tensioni.
Spesso però si creano conflitti tra i dipendenti oppure tra i titolari e i propri lavoratori.
Ma quando un datore di lavoro inizia a percuotere un proprio dipendente attraverso invettive, demansionamento e lettere di richiamo (senza una giusta causa), è chiamato mobbing.
Ma nel dettaglio, cos’è una lettera di richiamo?
La lettera di richiamo è un documento firmato e consegnato dal datore di lavoro al proprio dipendente, a titolo di contestazione disciplinare.
Occorre precisare però, che questo tipo di provvedimento nasce al solo scopo di tutelare il lavoratore poiché il datore di lavoro, prima di dover prendere qualunque decisione, è obbligato a dare dei cosiddetti “campanelli di allarme” e lo fa proprio attraverso una lettera di richiamo.
In quanto documento formalmente sottoscritto, la lettera di richiamo deve contenere delle valide motivazioni per permettere al datore di lavoro di procedere con qualsiasi provvedimento nei confronti del dipendente.
Il datore di lavoro, può scegliere di consegnare una lettera di richiamo, per esempio, nei casi in cui il dipendente non svolga in maniera soddisfacente le proprie mansioni, o quando viene rilevato un atteggiamento non produttivo e fedele nei confronti dell’azienda.
Tuttavia, sono molti i datori di lavoro che usano la lettera di richiamo come strumento attuativo del mobbing.
Quindi occorre stare attenti e valutare se ciò che viene contestato nella lettera richiamo, corrisponde alla verità dei fatti.
Per questo motivo, viene data al lavoratore la possibilità di rispondere alla contestazione attraverso una comunicazione ufficiale.
Il datore di lavoro, dopo aver analizzato la risposta alla contestazione, del dipendente, dovrà poi prendere una decisione in merito al provvedimento da applicare al caso.
Tra i provvedimenti che il datore di lavoro può applicare vi sono:
- Multa: nel caso in cui l’atteggiamento del dipendente abbia recato danno all’azienda o a beni materiali della stessa, il datore di lavoro è tenuto a trattenere dalla busta paga del lavoratore, una somma massima pari a 4 ore lavorative;
- Sospensione professionale:nei casi più gravi, il datore di lavoro può anche scegliere di sospendere il lavoratore per un numero di giorni pari a 10, che verranno detratti dallo stipendio;
- Licenziamento: quando il rapporto tra dipende e datore di lavoro ha raggiunto ormai una frattura irreparabile, il datore di lavoro può decidere di licenziare il proprio dipendente, ma può farlo solo comunicando il preavviso;
- Licenziamento per giusta causa: quest’ultimo provvedimento è applicato nei casi in cui il dipendente abbia commesso azioni molto gravi. Il datore di lavoro in questa fattispecie può scegliere di licenziare in tronco il dipendente, senza comunicare alcun preavviso.
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